Viaggi

Un viaggio nella Maiorca degli escursionisti

Il primo viaggio a Maiorca fu per festeggiare i miei 18 anni. Parties, locali notturni, discoteche, bars, un mondo scintillante di musica e luci colorate.

Dopo molti anni sono ritornata sull’isola per scoprirne il suo lato meno conosciuto, quello degli imponenti altopiani della sierra de Tramontana, una catena montuosa che si estende per90 chilometrilungo la costa nord-occidentale dell’isola e talmente bella da essere dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO nel 2011.

La notte del mio arrivo sono stata ospitata in un incantevole albergo a conduzione familiare sul bellissimo lungomare di Seller con i suoi ristoranti e bars. All’alba sono stata svegliata dal rumore delle onde, appena in tempo per veder sorgere il sole sul mare.

La prima tappa del mio viaggio si è svolta in auto: dopo circa un’ora di strada ci siamo fermati per proseguire a piedi, l’unico modo in cui è possibile affrontare i percorsi montuosi della sierra. Gli asini sono stati il nostro unico aiuto per il trekking. L’itinerario che avevamo scelto è noto con il nome di Barrance Biniaraix, ed è considerato tra i più suggestivi di questa parte dell’isola. Fa parte di un sentiero che nel XIV secolo conduceva i pellegrini al Monastero di Lluc, e porta i visitatori nel mezzo di un vasto territorio incontaminato, ricco di bellezza naturale e di antiche testimonianze storiche. L’isola, infatti, ha alle sue spalle secoli di storia molto eterogenea: prima è stata parte del mondo culturale ellenico, poi dell’Impero Romano e infine è stata assoggettata dall’avanzata degli arabi. Solo nel 1229 re Giacomo I d’Aragona sconfisse Abu Yahya e riconsegnò l’isola al cristianesimo.

Le montagne che circondano il percorso fino alla vetta del Puig de l’Ofre offrono uno scenario mozzafiato. In cima al monte si può godere di un panorama che comprende il tragitto appena percorso e una magnifica vista del Puig Major, la vetta più alta di Majorca.

Se si prenota con sufficiente anticipo è possibile prolungare l’escursione di un giorno o due, e trovare riparo per la notte nei rifugi del parco dove è anche possibile usarela cucina. Dopoun gustoso pranzo a base di una tipica zuppa di riso e carne abbiamo ripreso la strada del ritorno. Il paesaggio intanto era cambiato, e grandiose formazioni rocciose si alternavano agli ulivi intorno a una profonda gola segnata da un ripido sentiero di pietra.

Dopo qualche chilometro abbiamo ritrovato la nostra macchina pronta a riportarci in albergo. La sera stava calando su Maiorca, i locali accendevano le loro luci pronti ad accogliere i festosi turisti stranieri. Ed era strano passare da un mondo antico e immutato a un altro in continuo movimento. Alle nostre spalle il sentiero montano dei pellegrini, davanti a noi la spiaggia dei locali e dei ristoranti. Due facce di un’isola con un passato vasto quanto il mare che la circonda.

 

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