I Masai sono un popolo che vive al confine tra Tanzania e Kenya. Fino a qualche decennio fa nomadi, ora sono diventati per lo più stanziali ed i loro spostamenti sono dovuti sostanzialmente a far “riposare†il terreno dopo aver fatto pascolare i loro greggi. Essi infatti sono per lo più pastori ma praticano anche l’agricoltura come fonte di sostentamento.
Il numero di Masai si aggira oggi intorno ai 600.000 anche se non esistono dei censimenti precisi. I principali aspetti culturali sono legati alla organizzazione sociale, all’estetica personale ed alla struttura del villaggio, questi ultimi due elementi che affascinano i turisti.
I Masai hanno una struttura patriarcale con grande potere riservato agli anziani che prendono le principali decisioni per l’intera comunità . Per quanto riguarda l’aspetto estetico, è pratica comune perforare il lobo dell’orecchio per allungarlo mentre, dal punto di vista dell’abbigliamento, i vestiti sono in gene costituiti da tuniche di colore blu e rosso che si incrociano e vengono fissate con una cintura di cuoio.
E’ difficile tuttavia svincolarsi da alcuni stereotipi che sono stati affibbiati ai Masai, tanto che essi stessi hanno deciso di “sfruttarliâ€. Uno di questi, il più popolare, riguarda l’immagine del guerriero Masai mentre un altro è relativo ai villaggi. Essi infatti generalmente non vivono in una comunità organizzata “geograficamente†ma a molti turisti viene presentato ed organizzato ad hoc un agglomerato di case. Gli occidentali vogliono assolutamente vedere un villaggio tradizionale Masai!
La verità sta nel fatto che una serie di condizioni, tra cui la riduzione dei terreni di pascolo e l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e nell’organizzazione dello Stato, ha avuto come conseguenza il fatto che molti Masai si stiano allontanando dal loro modo tradizionale di vita, soprattutto nel Kenya dove oramai sono una minoranza, anche nel loro storico territorio.