Vacanze

Viaggio in Guatemala

Volevamo festeggiare il Natale in modo insolito e l’idea di un viaggio oltreoceano, il più lontano possibile geograficamente e mentalmente dalla stressante vita di ogni giorno, ci allettava come non mai. Cercavamo un luogo che potesse anche appagare la nostra sete di cultura ed abbiamo scelto il Guatemala. Il Paese centroamericano ci sembrava la soluzione ideale per un viaggio all’insegna dell’arte e della natura.

Atterrati all’aeroporto internazionale della capitale Città del Guatemala ci siamo trovati di fronte una città caotica e trafficata. D’altronde è la più abitata dell’intero Centro America ed eravamo preparati al disordine che avremmo incontrato.

Qui siamo rimasti solo un paio di giorni, il tempo di vedere gli interessanti centri culturali Miguel Angel Asturias, dedicato al più grande scrittore guatemalteco, e quello di Spagna. Siamo rimasti affascinati anche da alcuni edifici civili del centro cittadino: il Palazzo delle Poste, quello del Presidente ed il mercato centrale.

L’impressione che abbiamo avuto dalla capitale è stata quella di una tipica città latinoamericana: affollata, colorata, disorganizzata ma proprio per questo attraente e caratterizzata da una mescolanza di razze e culture che trova la sua massima espressione nei colorati mercati dove è facile incontrare indio con i loro coloratissimi abiti.

Dietro consiglio dell’albergatore presso cui soggiornavamo, la domenica ci siamo recati a Chichicastenango. Arrivarci non è stato semplicissimo: la città si trova oltre i 2000 metri di altezza ma una volta lì abbiamo potuto ammirare un panorama meraviglioso sui monti e le vallati circostanti. Nella piazza principale abbiamo visitato la chiesa di Santo Tomàs in cui stranamente c’erano fedeli che parlavamo coi santi ad alta voci immersi nell’incenso, ed il mercato dove si vende un po’ di tutto: abiti tipici indios, ortaggi, spezie, tappeti e chicchi di mais. La giornata è stata suggestiva ed affascinante.

Poco distante, percorrendo la mitica strada Panamericana, ci siamo imbattuti in un vero e proprio paradiso naturale: il lago Atitlan. Lo specchio d’acqua è circondato da vulcani e monti, caratteristica principale di gran parte del territorio guatemalteco. Intorno ad esso ci sono anche piccoli villaggi: abbiamo attraversato quello di Santiago e ci sembrava di essere tornati secoli indietro. Qui infatti le donne tessono a bordo delle strade, lavorano il mais ed i bimbi si tuffano nel lago.

Lasciamo la capitale per recarci nella parte opposta del Paese, verso nord, al confine con il Belize. Qui abbiamo intenzione di visitare il sito archeologico di Tikal. Riusciamo a trovare una sistemazione nella cittadina di Flores, a circa 30 km di distanza. Qui veniamo ospitata da una famiglia molto gentile che ci fornisce tutte le informazioni su Tikal, la storia del sito e ciò che è più interessante da vedere. Le loro indicazioni si riveleranno esatte ma non potevamo immaginare di trovarci di fronte una delle massime bellezze dell’archeologia mondiale.

Tikal infatti è il complesso di rovine di una città Maya più esteso che sia stato tramandato a noi. E’ situato all’interno di un Parco Nazionale dominato da una foresta pluviale e dagli alberi sacri alla popolazione Maya. Prima di arrivarci quindi abbiamo attraversato questo ricchissimo ecosistema che nasconde una città abitata un millennio fa circa da oltre 50.000 persone. E’ un vero e proprio gioiello architettonico: una guida ci ha mostrato scuole, edifici governativi, mercati, templi, aree per sacrifici, zone dove venivano seppelliti i morti. Un’area enorme che include anche quello che viene chiamato “Il Mondo Perduto”: siamo rimasti folgorati nel vedere un’alta piramide dalla cui sommità c’è una vista su tutta Tikal.

Il tempo per la nostra vacanza in Guatemala non era moltissimo e dopo le meraviglie di Tikal abbiamo iniziato il viaggio verso l’Italia con la promessa di ritornare in questo splendido Paese centroamericano per visitare anche la parte costiera. Siamo stati tuttavia molto contenti di questa vacanza, una esperienza che ci ha consentito di vedere delle opere dell’uomo e della natura assolutamente uniche.

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