Il Messico è uno dei Paesi dove negli ultimi anni l’incremento del turismo è stato decisamente imponente. I motivi del successo del Paese nord-americano si possono riscontrare fondamentalmente in due fattori: le bellezze naturalistiche e quelle archeologiche.
Queste ultime sono legate indissolubilmente al passato del territorio ed in particolare a prima della scoperta da parte di Cristoforo Colombo e dell’arrivo degli europei. Quindi alla presenza di una delle civiltà precolombiane che ha abitato questa regione, ed in particolare la Penisola dello Yucatan e parte degli attuali Stati centroamericani del Guatemala e del Belize, per moltissimi secoli: i Maya.
Questa popolazione ha vissuto il suo periodo di maggiore splendore dal II al X secolo d.C. durante il quale si è imposta dal punto di vista culturale: la scrittura logosillabica, il calendario, la numerazione e la matematica, la concezione religiosa e le arti figurative ci hanno mostrato una civiltà completa e sviluppata basata su valori determinati e su una concezione “civile†del vivere comune.
Soprattutto dal punto di vista architettonico le tracce lasciateci sono innumerevoli ed ancora oggi oggetto di visite di migliaia di turisti l’anno. In particolare i siti di Chichen Itza, Tulum, Copà l e Tikal sono solo alcune delle località in cui sono presenti imponenti rovine ed antichi edifici eretti dai Maya: monumenti civili e religiosi, templi, residenze di corte, villaggi e case dei contadini, tutto era perfettamente organizzato secondo una logica e sembrava funzionare fino alla Conquista spagnola. Non è un caso che parte della costa della Penisola dello Yucatan messicano è conosciuta come la Riviera Maya, un territorio dove sono presenti le maggiori tracce lasciate dalla civiltà prima dello sterminio.